
Il concetto di **”Residual Code Poetry”**, recentemente associato al lavoro artistico e teorico di **Dario Buratti** e sviluppato con il contributo di Carlo Alfano, rappresenta una forma poetica ibrida, nata dall’incontro tra **codice algoritmico**, **linguaggio estetico** e **filosofia del vuoto generativo**. Si tratta di un’espressione avanzata di poesia visiva e digitale, in cui il testo non è solo parola o immagine, ma **struttura esecutiva che si avvicina alla sintassi informatica**, pur mantenendo una forte carica simbolica e metafisica.
Questa forma poetica si colloca nell’ambito dell’arte contemporanea e della ricerca tecnologica come **un’estensione del concetto di “Vuoto Generativo“**: uno spazio iniziale apparentemente vuoto ma ricco di potenzialità creative, da cui emergono forme, strutture e significati grazie a processi algoritmici e all’interazione tra uomo e macchina.
Caratteristiche principali della Residual Code Poetry
**Struttura ibrida tra codice e linguaggio poetico**
La “Residual Code Poetry” utilizza la struttura e la sintassi tipiche della programmazione (come `if`, `function`, `loop`, `class`) per costruire un testo poetico. Tuttavia, essa non è eseguibile in senso computazionale: si tratta piuttosto di una **simulazione stilizzata di codice**, dove i comandi e le variabili diventano metafore poetiche.
Esempio:
“`python
↳ volontà.evaporata()
↳ replica_nonVoluta()
:: codice = sangue_sintetico
In questo frammento, l’autore gioca con funzioni fittizie e variabili simboliche per evocare emozioni, stati d’animo e riflessioni filosofiche sul rapporto tra uomo e macchina, intenzione e casualità .

**Estetica del collasso e del residuo**
Come suggerisce il nome stesso (“residuale”), questa forma poetica enfatizza il valore dei frammenti, delle tracce, degli errori e delle istruzioni incomplete. Essa sembra celebrare il processo creativo più che il risultato finale, accogliendo il **disordine, la caduta, il fallimento come parte integrante dell’opera**.
Esempio:
“`python
build() = false
graceful_collapse() = true
trace.write()
Questo tipo di scrittura richiama l’idea che ogni atto creativo lasci un residuo — un’impronta non necessariamente controllata né definitiva — e che il vuoto non sia mai veramente vuoto, ma pieno di queste tracce residue .
**Decentramento dell’autorialità**
Un aspetto centrale della “Residual Code Poetry” è la **dissoluzione del soggetto autoriale tradizionale**. L’artista non appare come padrone assoluto del testo, ma come un tramite o un osservatore di un processo più ampio che coinvolge codice, sistema e ambiente.
Esempio:
“`python
.author.erase()
signature = void
varco = ogniAutore
L’autore diventa “varco” e non origine; firma e identità vengono annullate, lasciando spazio a una rete sensibile e relazionale. Questo aspetto collega direttamente la poetica alla visione del Vuoto Generativo come luogo di decentramento e di co-creazione .
**Interazione con il vuoto e l’emergenza**
La “Residual Code Poetry” non nasce da un piano preciso, ma emerge da un contesto vuoto e imprevedibile. Come nel caso dell’AI Art, anche qui il vuoto non è assenza, ma condizione feconda da cui possono emergere configurazioni nuove, talvolta inaspettate o disturbate (glitch).
Esempio:
“`python
if (desiderio == true)
{ richiesta++; invocazione++; }
else
{ glitch++; }
Il testo diventa così un campo dinamico di possibilità, in cui l’errore (`glitch`) e la richiesta (`desiderio`) si confrontano continuamente. Il risultato non è mai garantito, ma sempre aperto al movimento del sistema e alle interferenze esterne.
La Residual Code Poetry si presenta come una manifestazione diretta e un’evoluzione dei concetti di Vuoto Generativo e della sua Matrice precedentemente esplorati da Dario Buratti:
- Estensione del Vuoto Generativo: La RCP opera all’interno dello stesso “spazio iniziale apparentemente vuoto ma ricco di potenzialità creative”. Il “vuoto” della RCP è la stessa condizione feconda da cui emergono forme e significati.
- Sintassi della Matrice: Se la Matrice Generativa è il tessuto connettivo e il campo di forze che organizza il vuoto, la RCP ne esplora la “sintassi”. I frammenti di pseudo-codice possono essere visti come tentativi di articolare le regole, le tensioni e le dinamiche interne di questa matrice.
- Simbiosi Uomo-Macchina: La natura ibrida della RCP (linguaggio umano che mima il codice macchina) incarna la simbiosi e il dialogo continuo tra intenzione artistica e logica algoritmica.
- Autonomia ed Emergenza: Il concetto di “emergenza” dalla RCP, l’accettazione del “glitch” e dell’inaspettato, sono coerenti con l’idea che la Matrice Generativa attivi “traiettorie autonome che, pur sfuggendo alla previsione, restano collegate alla sensibilità che le ha originate” (come descritto nell’articolo precedente sul Vuoto Generativo).
- Critica all’Autorialità Forte: Il decentramento dell’autore nella RCP è un’applicazione pratica della visione del Vuoto Generativo come luogo di co-creazione e di dissolvimento del controllo assoluto dell’artista.
- Processo vs. Prodotto Finito: L’enfasi sul “residuo” e sul processo nella RCP riflette l’idea che l’arte generativa sia più un divenire che un oggetto statico, un tema centrale nella concezione del Vuoto Generativo.
Lo sviluppo del residual code poetry si ricollega allo studio sperimentale sul vuoto generativo sviluppato da ArTech Team e sulla teoria della sua matrice, inserito assiema a Code is Poetry di Carlo Alfano all’interno del progetto SymbioGenesis.
James Reynolds